Topolino si rinnova e diventa… ad alta leggibilità con EasyReading

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Dall’11 aprile il settimanale a fumetti si presenta ai suoi lettori con contenuti e grafica rinnovati, il tutto  all’insegna dell’alta leggibilità e per questo ha scelto il font inclusivo realizzato dal designer torinese Federico Alfonsetti e si prepara a una nuova sfida: intrattenere e sorprendere i “mobile born”, anche a scuola. Per l’occasione, la schermitrice campionessa paralimpica e mondiale in carica di fioretto individuale, Bebe Vio è diventata un fumetto. Abbiamo intervistato il direttore Valentina De Poli, alla guida di Topolino da 11 anni.

 

Il direttore di Topolino, Valentina De Poli

Siete il magazine più letto dai ragazzi tra i 5 e i 13 anni. Lo siete da sempre. Bene, come ci riuscite? Dov’è il segreto?

«Ciò che ci tiene in vita da tutti questi anni è la formula particolare che da sempre ci contraddistingue. Siamo per il 75% fatti di fumetti, non generici ma Disney e questa è una marcia in più che ci permette di entrare nelle famiglie, di essere tramandati da generazioni. Topolino è un ponte generazionale che resiste per via dei suoi contenuti esclusivi. I fumetti Disney sono nell’immaginario collettivo italiano e facilmente enreano nelle famiglie, succede da decenni. Ma i bambini di oggi siano molto cambiati, ricevano stimoli inimmaginabili anche solo fino a 5 anni fa , quindi per noi tutto si fa più difficile Ecco perché ci siamo fermati e abbiamo deciso di fare il punto per capire chi c’è dall’altra parte».

 Topolino si rinnova e diventa ad alta leggibilità. Da cosa nasce questa esigenza?

«È nella natura dei settimanali prevedere dei restyling, almeno ogni 3/4 anni, è un momento utile per fare il punto della situazione, per capire come si è evoluto il mondo dei giornali, della carta stampata, ma soprattutto come sono diventati i lettori, capire in che direzione sta andando il tuo target. La nostra era quindi prima di tutto una esigenza temporale, perché dal 2011 non “fermavamo le macchine”.

Topolino ha vissuto delle storie particolari negli ultimi anni, compresa la cessione della licenza da Disney a Panini, con dei tempi di adeguamento al nuovo editore fisiologici. Per la natura del nostro nuovo editore in questi anni ci siamo dedicati molto al pubblico dei super appassionati di fumetto, un target un poco più adulto e fino ad allora considerato secondario. Valeva la pena conoscerlo più a fondo ma ora è tornato il tempo di tornare sul nostro target di riferimento, il più sfuggente.».

 Avete lanciato per l’occasione una nuova sfida: intrattenere e sorprendere i “mobile born”, anche a scuola. I nativi digitali sono superati, quindi?

«Ho iniziato a sentir parlare con insistenza dei mobile born durante le ricerche qualitative e le analisi di mercato. Ci siamo confrontati con i nostri lettori per scoprire come il nativo digitale (i lettore nato con i tablet) era già superato: oggi la sfida è riuscire ad emozionare i ragazzi che sono nati con lo smartphone in… mano! La sfida distrarli dallo schermo, non certo sostituirsi, catturarli e far sì che possano tuffarsi nelle pagine. Perché sappiamo bene che quando catturi la loro attenzione, poi “sono tuoi” e si immergono con passione perfino nella carta».

 La carta stampata come può allearsi, sempre che sia possibile, alla tecnologia?

«La tecnologia la usiamo tutti, ma capisco che i bambini rispetto a noi sono a un altro livello. Ho trascorso intere giornate full-immersion davanti a un video con loro per capire al meglio “le regole dell’attrazione”. La sfida sembra impossibile anche perché a causa dei contenuti digitali i bambini hanno perso anche il senso della periodicità dei giornali e sono più propopensi a fruire di ciò che trovano “quasi per caso”. Sono abituati ad una fruizione immediata ma il nostro compito è dar loro nuovamente la possibilità di scoprire quanto sia bello sfogliare le pagine, vivere un’esperienza sensoriale diversa. La consolazione è che quando nacque la nostra app per la lettura digitale dei contenuti del magazine, molto genitori ci hanno scritto per dirci che i loro figli continuavano ad essere affezionati alla carta e che Topolino, letto attraverso la app non regalava loro la stessa esperienza… Questo ci rende fieri. E coraggiosi.».

 La rete e i social hanno realmente accorciato le distanze?

«Da un punto di vista pratico certamente perché hai una fruizione immediata su temi che non devi approfondire ma se devi creare un contatto, se cerchi l’informazione vera, quella fatta di conoscenza superficiale non bastano più. Nel nostro caso i laboratori creativi non potranno mai essere sostituiti da un gruppo social».

 Nella nuova versione troverà spazio anche una sezione dedicata all’attualità. Nasce proprio dal fatto che oggi i ragazzi sono molto più informati di un tempo?

«Si, più che informati sono bombardati di notizie anche non so dirti che cosa trattengono realmente di queste informazioni. La parte giornalistica su Topolino c’è sempre stata: con il restyling abbiamo cercato di renderla più appetibile, utilizzando i codici del fumetto, contaminando così la parte redazionale con balloon e onomatopee. Questo per catturare l’attenzione dei mobile born mentre “surfano” con gli occhi sulla pagine. Se si fermano allora abbiamo raggiunto l’ obiettivo».

 Chi è il vostro target di riferimento?

«I ragazzi dagli 8 agli 11 anni. Sappiamo che c’è una leggera prevalenza di maschi. Ma soprattutto che 2/3 del lettorato è formato da adulti. Ma il core-target deve rimanere quello dei bambini, altrimenti sarebbe un tradimento.».

Cosa ci dobbiamo aspettare dal prossimo Salone del libro di Torino?

«Oltre all’alta leggibilità, all’aumento delle storie e alla partecipazione dei lettori, l’altra parte del restyling riguarda e coinvolge le scuole e gli insegnanti. Da sempre il nostro fiore all’occhiello sono i laboratori TopolinoLab e a Torino porteremo l’esperienza “Il Fumetto che fa Scuola” un progetto educativo e didattico avviato dal giornale in collaborazione con Scuola Channel, piattaforma che propone progetti e contenuti educativi digitali rivolta ai ragazzi delle scuole dell’infanzia, scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. Grazie alle attività proposte sul portale www.scuolachannel.it il team di TopolinoLab con disegnatori e sceneggiatori, rivolgendosi agli insegnanti, entra nelle classi per promuovere il fumetto come linguaggio dalle molteplici potenzialità formative. Durante il Salone del libro ci saranno dei laboratori, due al giorno, dedicati all’arte, alla scienza, al cinema più una giornata dedicata al green e alla carta in collaborazione con Assocarta».

 Promuovete da sempre valori positivi ed educativi. Non è sempre facile visto come gira il mondo, la scuola. Da dove iniziate nella scelta dei temi da trattare?

«Prima di tutto da… quelli che non possiamo trattare. Abbiamo dei paletti da rispettare, certi temi troppo forti come la tossicodipendenza o le malattie non possiamo certo trattarli, siamo pur sempre un magazine Disney. Ma altri temi presi dall’attualità, che non siano solo umorismo e intrattenimento puro,  li facciamo nostri con successo, come quello del bullismo, molto vicino al nostro target. È bello, poi, quando poi riusciamo a far coincidere all’attualità i contenuti a fumetti, anche se hanno tempi di realizzazione completamente diversi».

 Come siete venuti a conoscenza del font EasyReading?

«Ho chiesto alla redazione grafica di iniziare a lavorare prima del restyling alla ricerca di un nuovo font, uno che fosse adatto a favorire la lettura. Non sapevo che esistessero dei font così specifici come EasyReading. Tante mamme che lavorano con me mi hanno fatto presente quanto delicato, attuale e sentito fosse il problema della dislessia. Se ne parla tanto nelle scuole. La redazione grafica è arrivata nel mio uffcio con le prove di pagine già impaginate del nostro Topo con il nuovo font- All’inizio mi sembrava strano, molto diverso ma è bastata una mattinata per convincermi. EasyReading è completamente un altro modo di leggere, facilita la lettura, e non solo dei bambini. Le pagine di Topolino non cambieranno mai il loro formato, parliamo di qualcosa che ha fatto la storia ma in quanto piccole basta un niente per creare l’effetto “troppo pieno”, ecco perché ci serviva EasyReading. L’ho provato correggendo il giornale: le bozze  senza alcun dubbio si leggono meglio».

 Utilizzerete il nuovo font per il sito?

«Anche per il sito è previsto un restyling, quello attuale non può supportare il nuovo font ecco perché occorre aspettare di metterci mano per poi impostare EasyReading. Credo proprio che lo utilizzeremo anche per l’online».

Nel numero che sarà in edicola da domani c’è spazio anche per un super eroe, una super star che veste per l’occorrenza i panni del fumetto: Bebe Vio. Com’è andata?

«Qualche mese fa avevamo già pubblicato una pagina in cui Bebe era stata paperizzata, con una mini intervista dedicata al lancio della sua trasmissione. Era stata trasformata in paperetta anzi, secondo me è un vivacissimo ma dolce piccolo pulcino. La cosa piacque tanto ai nostri lettori, ma soprattutto piacque tanto a lei. Ed è nata Bebe Pio. A giugno ci sarà ancora spazio per Bebe: dalle pagine di Topolino lancerà l’ottava edizione della manifestazione da lei organizzata, “Giochi senza barriere”. Bebe è un’esplosione di energia, sorrisi, vita, proprio il messaggio che vogliamo mandare con il nostro magazine».

Ma i TopoReporter, i lettori-giornalisti in erba reclutati dalla redazione… lo sanno quanto è duro oggi fare il giornalista?

«Diciamo che se ne accorgono strada facendo di quanto lavoro ci sia dietro anche se prendono la parte bella del giornalismo. Sono sempre colpita perché alcuni bambini non si fanno intimidire da nulla, mentre altri di fronte a personaggi famosi perdono le parole per via dell’emozione. Ma poi loro hanno un’arma in più che dovremmo conservare sempre anche noi intatta, la giocosità: ti permette di superare tutto. Durante la fiera del libro di Milano, una bambina accompagnata dalla famiglia, si è avvicinata a noi per chiedere come fare per diventare TopoReporter. Ci racconta che suona il piano e che ama la musica classica. Ecco, la porteremo a intervistare Allevi e quando le cose accadono così naturalmente non possiamo che arrenderci davanti al lieto fine e pensare che siamo sulla strada giusta.».